CONSERVAZIONE DEI LIQUIDI SCHIUMOGENI

I componenti attivi di qualsiasi liquido schiumogeno hanno una certa tendenza a subire nel tempo alcune modificazioni delle loro proprietà iniziali, dovute essenzialmente all’azione dell’aria.

Ciò si verifica in misura tanto maggiore, quanto più è alta la temperatura.

Qui di seguito vengono esposte le principali regole per la corretta conservazione del liquido schiumogeno, onde ottenere la durata utile di 5 anni, che viene considerata la conservazione minima garantita per uno schiumogeno, prodotto secondo le attuali conoscenze tecniche.

CONSERVAZIONE IN CONTENITORI MOBILI (fusti, taniche, ecc.)

  1. Evitare di lasciare aperti i recipienti oltre lo stretto necessario (tempo di prelievo) per prevenire ossidazione ed evaporazione.
  2. Se i contenitori sono in ferro è necessario tenerli al riparo dall’atmosfera salina e/o dall’azione congiunta dell’acqua piovana e di altri componenti aggressivi quali anidride solforosa e altri gas di natura acida. Qualora ciò non fosse possibile, l’ossidazione esterna può essere contenuta mediante adeguata verniciatura
  3. Nel caso di contenitori di plastica, è bene evitare l’azione dei raggi ultravioletti sui polimeri, provocata dalla diretta esposizione alla luce del sole, sebbene i contenitori attualmente disponibili siano realizzati con polietilene contenete speciali componenti contro gli effetti dell’irraggiamento.

CONSERVAZIONE IN SERBATOI

  1. Evitare che nei serbatoi vengano immesse sostanze inquinanti, acqua o liquidi schiumogeni incompatibili.
  2. Durante l’immissione di un nuovo schiumogeno o in occasione di travasi e/o ricicli, evitare l’eccessiva formazione di schiuma nel serbatoio perché questa schiuma, per successiva essicazione, può dar luogo ad una graduale formazione di depositi solidi.
  3. Il livello del liquido schiumogeno nel serbatoio deve essere mantenuto alto ed è altresì bene limitare al massimo la circolazione dell’aria per evitare gli effetti negativi dell’ossidazione e dell’evaporazione. Si tenga presente che le variazioni di temperatura esterna portano ad una dilatazione della massa liquida con relativa entrata ed uscita d’aria ad ogni oscillazione. L’entità della dilatazione è poco inferiore ad un litro/metro cubo per ogni 10°C di escursione termica.